L’attività di Dolores Ghiani come tessitrice comincia presto. La prima scuola è quella della famiglia dove tessono la mamma e la zia. La zia, Luigia (nota Lilla), aveva fatto parte della scuola del Cavalier Piras ed è lei a trasmetterle l’amore per la precisione e per la perfetta esecuzione tecnica dei manufatti. Pochi mesi di apprendistato in casa, dall’ottobre del 1962 al maggio del ’63 bastano a farla accogliere nella Scuola del tappeto sardo diretta da Gina Moi, maestra riconosciuta e rispettata di intere generazioni di tessitrici isilesi. Questa scuola, che manteneva lo stesso nome di quella del Cav. Piras che aveva operato dai primi anni del ‘900 fino al ’47 circa, sarà attiva presso l’asilo delle suore vicenziane fino al 1980, ma al suo interno un gruppo di tessitrici lavorava ormai in piena autonomia fin dagli anni ’70.

La scuola del tappeto non è  stata solo un luogo di lavoro ma è stata una scuola di vita e di cultura, un luogo di incontro con altre persone spesso portatrici di altre visioni dell’artigianato e dell’arte. Nel 1980 Dolores con altre quattro tessitrici di questo gruppo si trasferiscono in un laboratorio nella via Umberto I prendendo il nome di Gruppo G. Orrù in omaggio al fondatore dell’Asilo.

Sono anni in cui la tessitura isilese conosce un grande sviluppo  e dà contemporaneamente lavoro a molte decine di donne organizzate in gruppi e cooperative o che lavorano in casa propria.
Dolores è ormai una tessitrice esperta, profonda conoscitrice della tradizione e in grado di misurarsi quotidianamente con un mercato sempre più esigente e vario. Essere tessitrice per lei ormai non è più solo un mestiere ma è un patrimonio di sapere e di conoscenza che sa usare come strumento per capire ed esplorare il mondo e la vita. Come la lingua per uno scrittore o la musica per un musicista la tessitura diventa per lei  soggetto e oggetto di curiosità e di sperimentazione continua.

A partire da quegli anni il suo lavoro di artigiana è ogni tanto intervallato dall’attività di insegnamento in numerosi corsi. Insegna cultura tecnica e pratica della tessitura a giovani allieve tra i 15 e i 25 anni e anima  laboratori di tessitura e di tintura delle lane e dei filati in diverse scuole della Sardegna, dalle elementari ai licei. Ha occasione di partecipare a stage di formazione anche in Umbria e nelle Marche e di conoscere altre realtà tecniche e professionali diverse.

Dal modificarsi del mercato e da un forte ritorno dei gusti del pubblico verso i colori naturali Dolores raccoglie lo stimolo per andare oltre le già ampie conoscenze della tradizione isilese in materia e sperimenta numerosissime essenze per la colorazione dei suoi filati.

Dagli anni ’80 svolge anche un’attività parallela di pittura figurativa ad acquarello. Dipinge con le stesse tinte naturali che usa per la tessitura, è questa un’attività di contorno che dalla tessitura prende e alla tessitura restituisce. Prende colori e atmosfere, sensazioni e conoscenza  dell’ambiente e alla tessitura restituisce lievità e gusto per la sfumatura. Umiltà e calore viaggiano dall’una all’altra, ma è nella tessitura che il respiro si allarga e la personalità si rivela.

Nel 1998 -1999 dà il suo fondamentale contributo a due esperienze importantissime per la comunità isilese e non solo: la  tessitura  a mano di tessuti per l’abbigliamento e abiti da sposa con l’utilizzo per la prima volta di fili di rame per  Gianna Lecca sarta, stilista e creatrice di moda di Isili e la tessitura degli arazzi per il Museo per l’Arte del rame e del tessuto – MARATÈ. Tanto è importante la bravura di Dolores per la felice riuscita delle due iniziative tanto è utile a Dolores la possibilità offerta in particolare dal lavoro per il Museo di sperimentare l’utilizzo di molti nuovi materiali e la sfida rappresentata dai molti arazzi di design che richiedono per essere realizzati soluzioni tecniche e abilità mai richieste prima.

E siamo al 2005, dopo aver lavorato per una vita come artigiana Doloretta, questo il nome all’anagrafe, decide di dare vita a un suo sogno personale che chiama “progetto44” perché quarantaquattro sono appunto gli anni di lavoro trascorsi dal suo primo giorno alla scuola delle suore. Vuol incominciare una fase nuova in cui lavorare non più su ordinazione dei clienti ma liberamente per dare vita alle tante aspirazioni rimaste inespresse negli anni.

È una scelta di libertà espressiva, il passaggio dal lavoro come professione al lavoro come racconto e come musica.
Dolores  usa il telaio con la maestria, la libertà, e il gusto con cui un grande musicista jazz usa la tromba, il sax o il pianoforte, la si potrebbe definire una tessitrice jazz.
Restando nella metafora musicale, che si presta bene ad essere usata per parlare dei risultati di questo progetto, è facile dire, sia nel caso di alcuni singoli arazzi sia alla mostra nel suo insieme, che Dolores, rispetto alla tradizione da cui proviene e mai rinnega in alcun modo, compie un salto dalla canzone alla sinfonia, da un motivo tematico a una miriade di sorprendenti variazioni sul tema.
Ciò che si propone di volta in volta  è di costruire un tessuto che come una musica catturi l’attenzione e coinvolga la sensibilità,  consentendo nello stesso tempo a chi lo guarda di leggerne  storia, forma e contenuto.